Friedrich - Wanderer in a Sea of Fog

Friedrich - Wanderer in a Sea of Fog
Friedrich - Wanderer in a Sea of Fog

giovedì 24 gennaio 2013

Prove di descrizione: il sorriso.

Il sorriso è un linguaggio universale, senza tempo, senza contesto.
E' una forma di comunicazione che supera i pregiudizi culturali, le barriere linguistiche, le differenze sociali.
E' il modo attraverso cui un'emozione, che è priva di sostanza, assume una sua concretezza sul nostro corpo, diventando visibile.
E' una curva che impreziosisce il nostro viso, rendendolo luminoso e plastico.
E' il modo più efficace per scongiurare l'incedere dell'età che avanza coi suoi segni indelebili.
E' il mezzo di comunicazione degli introversi.
E' il mezzoo di comunicazione degli estroversi.
E' una strategia teatrale che nasconde una verità o una bugia.
E' una maschera dietro la quale si nasconde la sofferenza.
E' uno specchio davanti al quale si manifesta la felicità.
E' soggetto a interpretazioni a seconda dei soggetti.
E' oggetto di discussioni filosofiche.
E' un espediente attraverso cui tentiamo di sfuggire a situazioni o conversazioni sconvenienti.
E' il meccanismo mimico che traduce a livello fisionomico un'insieme di sensazioni, emozioni e stati d'animo diverse e, talvolta, antitetiche.

A volte, è l'unità di misura del tasso alcolico del nostro corpo.
Altre volte, invece, quantifica il nostro stato di disagio o imbarazzo.







sabato 19 gennaio 2013

La mitologia del passato


Tramite i nostri ricordi rievochiamo un passato mitico, depurato, che appare alla nostra mente migliore del presente che viviamo. Lo sublimiamo, privandolo di tutte le sue sfaccettature negative per elevarlo poi ad un livello di esemplarità, dove crediamo di aver sperimentato la felicità vera. Non facciamo altro che associare al passato tutto ciò che per noi assume un valore positivo. Ma è una tremenda bugia, è una manipolazione del ricordo attraverso cui inganniamo noi stessi e il tempo che stiamo vivendo. Quel passato, una volta, è stato presente, e da presente è stato momento in cui rievocare nostalgicamente un altro passato migliore. E così via. E' la logica inespugnabile dell'eterno ritorno.
Il ritorno al passato: la nostalgia.
Nostalgia. Parola antica, greca. Deriva dall'unione delle parole "nostos"(ritorno) e "algos"(dolore): il dolore del ritorno.
E' Il passato che riaffiora e ripone sulla superficie della nostra sensibilità e della nostra immaginazione il dolore di quello che non è più. 



Il ricordo nostalgico si impadronisce della nostra volontà, la mette in ginocchio, la denigra fino a disintegrarla. Ricordare è osservare dal di fuori il dispiegarsi nel tempo della propria vicenda esistenziale. Riflettere sulle proprie azioni passate e rendersi conto di quanto siano intangibili, sfuggevoli, effimere. Esiste una differenza tra il vissuto e il non vissuto? In fondo fanno entrambi parte della dimensione psicologica della memoria, che non ha sostanza.
Ma il dolore, invece, ha una sua sostanza concreta, fatta di mani che tremano, lacrime, macigni che gravano sul petto. E se il ricordo si lascia dominare dalla nostra immaginazione, se si lascia violentare dalle nostre fantasie di un passato apparentemente grandioso e felice..allora la volontà si rinchiude nella cella oscura dell'autocommiserazione.

giovedì 17 gennaio 2013

Emma chiese al vento


Emma chiese al vento: "Parlami dell'amore".
Allora egli si fermò, bloccò per un attimo il suo corso divino, la sua dirompente danza nell'aria, e soffiò delicato nelle sue orecchie, bisbigliando piano come un dolce amante premuroso:  "Guarda tutto ciò che hai intorno. Nei paesaggi, nella natura, nel sole, nelle stelle..cosa vedi?
C'è un principio unico che domina il mondo,
che fa volare gli uccelli in alto nel cielo,
che sveglia il sole ogni mattina e lo addormenta dolcemente la sera,
che muove paziente le instancabili onde del mare e fa brillare le stelle anche quando ormai in loro non vi è più una scintilla di vita;
che da la forza alle cascate di scendere giù a valle,
che spinge le vele delle navi in pieno oceano, cariche di speranze e di uomini dal viso bruno e gli occhi pieni;
che fa sgorgare acqua argentata dalla terra..
e poi ruscello, affluenti, fiume e mare: la vita solitaria che si disperde nell'immenso e nell'indistinto.
Pensi che tutto ciò avvenga senza un disegno?
Questo principio avvolge anche gli uomini, accende i loro animi stanchi e risveglia i loro istinti più puri. C'è chi cerca di opporsi alla sua indomabile forza, ma ne esce
ogni volta
inevitabilmente sconfitto.
E tu cosa scegli anima sconfinata?
La vittoria o l'umiliazione della sconfitta?
Quando questo principio superiore e inafferrabile colpisce dritto al cuore degli uomini, grandi sono i suoi miracoli e miracolose le sue grandezze.
E' lui la forza che spinge una madre a sacrificarsi per la vita di una figlia sognante dagli occhi immensi come è immenso l'oceano.
C'è lui nelle dolci e docili mani degli amanti che si accarezzano persi l'uno nello sguardo dell'altro, per ricordare per sempre i contorni dei reciproci volti, per imprimere per sempre nella mente le curve ripide e vibranti delle rosse labbra, il profilo curioso del naso, il percorso lineare delle sopracciglia, le valli preziose degli occhi che sono un universo che si concentra in due punti infiniti, la sottile concavità di un sorriso che incendia l'anima rendendola calda come un raggio di sole a mezzogiorno.
E' la fiamma che divampa tra le arterie del cuore ed è l'acqua che spegne gli incendi della ragione.
Anima dolce: chiedi a me cos'è l'amore, a me che sono il vento, un vagabondo che viaggia attraverso nazioni e paesi, incontra popoli e conosce i segreti nascosti negli angoli più remoti della terra.
E io che so tutto, ho conosciuto anche l'amore..
ed è l'Anima a cui sto bisbigliando le verità della vita.".
"Vento, io sarò vittoriosa", sussurrò Emma..
e chiuse i grandi occhi pieni.

mercoledì 16 gennaio 2013

Straniamento


De Chirico - Le Muse Inquietanti
Ti capita a volte, forse raramente, di trovarti a parlare con qualcuno dei tuoi problemi, delle preoccupazioni che ti tormentano, o semplicemente di te stesso, di quello che sei veramente, nel profondo della tua essenza, per tentare di fare ordine in quella grande confusione che è la tua personalità. E mentre parli e le parole fuoriescono velocemente dalla tua bocca, ti senti invaso da una sensazione insolita, perturbante, straniante. Continui a parlare, cercando di dispiegare il tuo io segregato e oppresso, ma ciò che ti rimane, oltre le parole, non è altro che l'ineffabile sensazione di essere estraneo a te stesso, come se non fossi tu a parlare di te, come se non avessi il controllo dei muscoli facciali che ti permettono di muovere la bocca, mentre da essa escono parole, frasi, concetti che tu non sei in grado di controllare. E nel fluire incessante del discorso, ti accorgi che è tutto un girare semplicemente attorno a quello che sei veramente: è come procedere fuori dal guscio, sulla superficie esterna, senza mai penetrare davvero nel nucleo, nel centro profondo della tua ultima, sublime, remota verità.
E senti di essere impenetrabile, anche per te stesso.

Oceano Mare


Trovare in un libro le più intime vibrazioni della vita.
Oceano Mare di Baricco.
Il mare.
La mia culla, il luogo in cui ho preso vita e sono cresciuta, scandendo il tempo con il moto leggero e incessante delle onde, delicata poesia: avanti e indietro,
avanti e indietro,
avanti
pausa
indietro,
come pennellate guidate dalla mano invisibile di un pittore che stende i suoi colori sulla tela della mia anima.
Il mare.
Colora una vita, definisce i contorni sfumati dello spirito.
Profumo di salsedine sulla pelle bruciata dal sole. Gli schiamazzi dei bambini, i vivaci rumori sul lungomare di sera. E poi i tramonti, quei tramonti: il grandioso incontro tra il mare e il cielo..a volte non distingui la linea dell'orizzonte che li separa. Per i tuoi occhi diventano un'unica realtà indistinguibile, un'unica grande immensità che racchiude in sé verità conoscibili solo per alcuni, per chi guarda con gli occhi del cuore, si lascia trapassare e trafiggere, inerme, dalle sensazioni più pure e vere, quelle che ti pongono di fronte al tuo stesso cuore palpitante. Cielo e mare..l'uno sconfina nell'altro, senza riserve; il loro amore non conosce barriere ma solo orizzonti infiniti. Volgono entrambi verso l universo, entrambi possiedono l'idea dell'eternità e del meraviglioso.
E l'orizzonte è il loro bacio delicato, sfumato, un bacio tra spiriti che volano sospesi sul mondo. Anime sole che si incontrano su quella linea interminabile e scoprono la dolcezza della loro nudità, della loro verità pura. Cielo e mare: il loro è contatto tra occhi, tra due profondità piene di vita. Si lasciano attraversare dai colori dell'alba e del tramonto, scaldano l'uno l'aria, l'altro l'acqua con il calore vivo dei raggi del sole. Vengono illuminati da una luce che è vita intensa, che li fa brillare come diamanti, che li accarezza dolcemente. Perché ormai, ciò che vedono intorno
è solo dolcezza.
Immagino.
Sugli scogli, leggo Baricco e ascolto il mare.
Al di sopra di quella sconfinata distesa l'orizzonte si erge prepotente, scandito dal contorno sfumato delle barche che tornano al porto dopo una lunga giornata di pesca, cariche del premio della loro guerra perpetua contro la natura.
Il sole è ormai calato: come un premuroso seminatore che cosparge la sua terra di semi fecondi e dorati, così quel disco infuocato, fonte inesauribile di vita, semina gemme e diamanti sull'acqua sua gemella, e una striscia brillante, eterna e infinita, taglia a metà l'immensa distesa del mare..
Rifletto sull'ultima canzone ascoltata con l'anima. Il Mare d'Inverno di Ruggeri. E' un grido di solitudine, di abbandono, di chi ripiega su se stesso e si sente come il mare d'inverno, che nessuno considera  più perché passato di moda: finché dura l'estate, finché il sole illumina la sua superficie e lo riscalda e le sue onde accarezzano la sabbia invece di aggredirla, la gente lo ama, lo cerca, gli fa compagnia.. ma quando arriva l'inverno e la nebbia scende giù a coprire le sue immense distese e il vento lo agita e il sole non lo accarezza più perché le nuvole lo nascondono mentre le onde diventano cavalloni aggressivi segni del suo tormento, allora a quel punto le persone vanno via e lo abbandonano. Non è più un concetto da considerare. E solo pochi, pochi spiriti di passaggio, si fermano ad ascoltare quello che il suo intimo vuole dire, raccontare, piangere; raccolgono i suoi lamenti, la sofferenza che lo travaglia perché il sole non lo bacia più, la solitudine, l'amarezza di non sentire le dolci urla dei bambini che ormai si sono dimenticati del suo rumore e della delicatezza delle sue acque. Scende l'inverno su di lui, gli alberghi si chiudono, il lungomare non si colora più di vivaci persone dal viso bruciato dal sole. Vanno via, e si perdono la bellezza delle sue pene, il calore dei suoi intimi sussurri che riempiono l'anima, la chiarezza della sua verità che solo d'inverno si mostra in tutta la sua grandezza. Nessuno vuole ascoltare un mare che soffre, nessuno vuole ascoltare uno spirito tormentato dalle onde perché le persone rifiutano la sofferenza, rifiutano l'inverno. E il mare d'inverno rimane solo..
Sugli scogli, leggo Baricco e raccolgo i lamenti del mare.
L'andirivieni delle onde sembra schernire il mio destino, come quello di tutti gli uomini costretti a oscillare senza sosta tra i contrasti dell'esistenza. Quiete e passione. Amore, odio, sofferenza.  Passione.
Vorrei correre.
..una corsa disperata verso il mare, gli scogli..il salto. Un bagno d'acqua gelata che risveglia i sensi e spegne finalmente quella fiamma ardente che le stava bruciando l'anima. Il suo spirito pieno di vita le era uscito di bocca come fumo di sigaretta.
Fumo, non solo fumo.
Tutt'intorno fiamme e scintille, un riverbero blu e rosso che l'aveva spaventata, atterrita, denudata. La sua anima aveva preso fuoco, si era incendiata d'amore, passione e paura. Bruciava come carta tra le fiamme e una nuvola di fumo nero denso usciva dalla pelle offesa da quelle sensazioni struggenti.
Odore di bruciato, forte.
Nauseante.
Aveva assistito al falò della sua anima, cacciata e data alle fiamme come una strega. Aveva visto la sua anima consumarsi, sgretolarsi, trasformarsi in cenere, bruciata da emozioni ignote, violente,
 illecite.
Terrore d'amore.
Mare spegni quest'anima inquieta.
Sugli scogli, leggo Baricco e annego la mia anima bruciata di passione.