Friedrich - Wanderer in a Sea of Fog

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venerdì 31 maggio 2013

Diritto incoercibile alla lacrima facile

L'errore comune a quasi tutti gli adulti che conosco è quello di considerare sciocche e banali le preoccupazioni dei più giovani.
"Non pensare a queste stupidaggini, goditi la vita che poi quando sarai grande arriveranno i veri problemi". 
Vorrei un attimo soffermarmi sul significato dell'espressione "veri problemi". Escludendo una riflessione filosofica sull'aggettivo "vero" (usato troppe volte a sproposito), mi chiedo come sia possibile stabilire a priori il peso e l'importanza di un problema. Nonostante i miei 21 anni, ho una considerazione di me tale da pormi su un gradino di superiorità umana e intellettiva rispetto a molti adulti che frequento. Credo fermamente che un bambino di quattro anni abbia il diritto di piangere (e di piangere tutte le lacrime che i suoi occhi sono in grado di produrre) per il ciuccio che gli è stato appena tolto, allo stesso modo di un uomo di quarant'anni che ha appena perso il lavoro. Se poi si tratta dell'amore, guai a fare distinzioni! Chi vuol piangere pianga: per un bacio negato, un amore finito, un tradimento, una telefonata attesa e mai arrivata! Non esiste una scala di valori che quantifica l'intensità dei problemi. La vita è varia, le persone hanno una loro propria sensibilità che li differenzia le une dalle altre.
Il pianto, la sofferenza, la disperazione: forse sono gli unici campi in cui l'uomo non potrà mai esercitare il suo potere di censore.


Nonostante ciò:

Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
 Lorenzo de' Medici, Trionfo di Bacco e Arianna