Friedrich - Wanderer in a Sea of Fog

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sabato 12 ottobre 2013

Sala d'aspetto

Il tedio. Quella cosa che ci fa credere che aspettare di vivere sia meglio che vivere davvero.
Aspettare.
Ma che cos'è aspettare?

Salvador Dalì. La Persistenza della Memoria

E' un tempo sospeso. Un tempo che cerchiamo di colmare con attività che rendano quest'attesa meno trepidante e impaziente. E' un desiderio. In inglese il verbo "to wait" è accompagnato dalla preposizione "for". Waiting for: letteralmente "aspettare per". "Per" colmare un desiderio, una mancanza.
L'attesa è la necessità di colmare un vuoto, una voragine.
Ad esempio. La notte andiamo a dormire.
Dormire è aspettare di svegliarsi. La notte passa senza accorgercene. Ci alziamo, facciamo colazione. Aspettiamo che esca il caffè. E in quegli istanti accavallati che intercorrono tra il momento in cui mettiamo la caffettiera sul fornello e il momento in cui versiamo il caffè nella tazzina, noi non facciamo altro che aspettare. Non importa cosa attendiamo, non importa quanto sia importante l'oggetto o la persona per cui indugiamo. Siamo lì, fermi, incuranti del tempo che passa, delle lancette che scorrono inesorabili a fagocitare un altro giro. Desideriamo completarci.
Quel caffè, una volta uscito, ci aiuterà a comprendere tutto e darà un significato ultimo a tutte le attese della nostra vita.
Aspettare. Essere pazienti. Chi è paziente, aspetta. In sala d'aspetto, si aspetta. Si aspetta di essere visitati, di essere curati.
Se accumulassimo tutti i minuti, i giorni, le ore, gli anni passati ad aspettare qualcosa o qualcuno, avremmo la possibilità di vivere un'altra vita.
Di amare qualcun altro.
Di amarci un po' di più.

Aspettare è l'illusione di sospendere la vita.
E la vita è tutto ciò che accade mentre noi continuiamo imperterriti ad aspettare.

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