Friedrich - Wanderer in a Sea of Fog

Friedrich - Wanderer in a Sea of Fog
Friedrich - Wanderer in a Sea of Fog

mercoledì 27 febbraio 2013

Canto Notturno di un'Anima Errante


Sgorga l'ultima ora
di una notte infelice
disturbata da vacue parole,
violentata dall'incedere triste
di noiosi congegni
vibranti d'istanti cessati e perduti.
Il tempo schiavizza
lo spazio e la quiete
affinché il naturale disìo
in sé inappagato
giunga a una fine insoluta
tra lacrime e terra.

Avventuriero perduto,
tra mari e deserti
tu cerchi una via di salvezza.
Ti appoggi alla vita
a una speranza mai spenta
che brucia d'ardente passione.
Non perda tu mai la via buona,
mansueto ricerca il perdono
l'amore e una calda dimora.
Che il tempo non voglia estirpare
la radice del tuo saldo vigore.

Che morte nel cuore non giunga
a piegare la tua retta schiena.


mercoledì 20 febbraio 2013

Ombre di Luce Propria - 3. Vibrare


I pensieri sono vento
disciolto nella sabbia
che danza
tra bolle di fuoco
e vapori di misto nonsenso.
Non c'è direzione un segnale
un destino
una densa sostanza
che scandisca l'essenza.
È un fluire sconnesso
di frasi parole
toni di voce
silenzi
pause assenti tra i silenzi.
È una danza chiassosa
un volteggio dell’aria
che sfiora le viole
e si adagia su spiagge
bagnate dal sole.
S'addormenta, il pensiero;
riposa,
rinviene.
Il vento solleva
la sua molle levità,
la conduce nell'ultimo cielo
tra divinità
che danzano
a tempo di vento.

Impotenza crudele,
amaro fardello della ragione,
inganna e smentisce
il fragile umano.

venerdì 8 febbraio 2013

Ombre di Luce Propria - 2. Attesa


Non ho paura di te
quieto amore,
ho paura del mio silenzio
ho paura del mio dolore.

Attendo all'argine
di un fiume in piena
che tramonti il buio
di questa mia sera.


giovedì 7 febbraio 2013

Ombre di Luce Propria - 1. Il passo dell’ombra

Sopporto a fatica l'assenza,
il rumore di un'ombra che avanza.
Silenzio costante che suona
una nota di puro dolore.

E vibra la corda di un piano
scordato nel senso
di dimenticato;
da solo tra tasti
di giallo dipinti
si sente ormai vecchio,
oppresso dall'eco
di note disperse
nel mare gelato
di quello che non è mai stato.

L'accordo maggiore non esce,
s'abbassa al minore
che nasce,
per rendere in toni calanti
il canto dei mille rimpianti.